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Herding dogs (ovvero l'Australian Shepherd preso sul serio)

Dopo il “vero standard” scherzoso, l’Aussie meritava di essere anche preso un po’ più “sul serio”. Quello che segue è un articolo di Marula Furlan apparso su “Ti presento il cane” cartaceo, che contiene tra l’altro un interessantissimo confronto tra i metodi di conduzione dello stesso Aussie e del Border Collie.

 

ORIGINI E STORIA DELL’AUSSIE
Meno famoso del cane da pastore per eccellenza (il border collie), a cui è simile per certi versi nell’aspetto anche se l’indole è completamente diversa, l’Australian shepherd è un cane che vanta una diffusione sempre maggiore in Europa grazie soprattutto alle sue doti e al suo straordinario carattere, per la sua indole (l’innata capacità di interagire con l’essere umano tipica dei cani da pastore) ma anche per la sua attitudine alla guardia e alla vita in famiglia. Uno dei libri culto per gli appassionati della razza (“All about aussies” di Hartnagle – Taylor) apre il capitolo sull’origine della razza con una frase molto indicativa: “no man know from where he came, but here he is and here he stays” (nessun uomo sa da dove viene, ma qui c’è e qui resta). Quello che si sa di per certo è che un gruppo numeroso di pastori baschi, con i loro cani al seguito, andarono nel diciannovesimo secolo in Australia e negli USA in seguito al boom dell’industria della produzione della lana. Dall’Australia immigrarono poi verso l’ovest degli Stati Uniti.I cani da pastore che i baschi portarono con loro in queste peregrinazioni al seguito dell’industria della lana nei “due nuovi mondi” (Australia e Stati Uniti, appunto) ricordano molto significativamente quelli che ben presto vennero chiamati “i piccoli cani blu”.
La vita di questi pastori era dura, fatta di continui spostamenti; quindi i loro cani dovevano rispondere a requisiti di forte adattamento alle nuove situazioni e – ancora più importante – ad un forte istinto di guardia e difesa del gregge, delle mandrie e del pastore stesso dai predatori.
Quello che già allora era ben distinto in questi cani era il forte istinto alla conduzione e la loro naturale devozione verso la famiglia e il padrone.Presto, per la loro adattabilità, vennero ampiamente impiegati all’interno dei ranch stessi, dove il lavoro richiesto era a contatto con la mandria e con i vitelli. Non è possibile risalire a nessuna selezione se non quella della logica di questo ambiente tipico dell’entroterra americano (di certo questi pastori non hanno lasciato prova scritta della selezione della razza!) e per il semplice fatto che questi cani avessero accompagnato i loro pastori dall’Australia fino agli Stati Uniti vennero presto identificati come “pastori australiani” (anche se la razza come la conosciamo oggi è al 100% americana).
La razza è diventata popolare quando, nella prima metà del 1900, alcuni “little blue dogs” parteciparono ad esibizioni di intrattenimento all’interno di rodei e show legati al mondo equestre.
Nel 1957 nasce l’ASCA (Australian Shepherd Club of America, www.asca.org) che diventa in fretta l’organo ufficiale per la tutela ed il registro dell’evoluzione della razza. Con la fine degli anni Ottanta il gruppo che presiede l’ASCA si spacca in seguito all’intenzione da parte dell’AKC (American Kennel Club) di riconoscere la razza e alla forte opposizione della maggioranza dei membri ASCA di accettare questa “sudditanza”. Da questa divisione nasce un club più piccolo, che prende il nome di USASA (United States Australian Shepherd Association), che per questioni politiche viene considerato dall’AKC il club ufficiale.Nel 1991 la razza viene ufficialmente riconosciuta dall’AKC e dal 1993  entra a far parte ufficialmente nell’ “AKC herding group”. Negli ultimi anni, in seguito al riconoscimento della razza da parte della Federazione Cinologica Internazionale, di strada ne è stata fatta tanta (non sempre a favore di una reale selezione, che tenesse conto delle caratteristiche per cui è nata) e oggi ci troviamo ad un punto in cui sarebbe auspicabile dare una direzione a quella che sarà la selezione nei prossimi anni, per evitare di perderla tra i ring espositivi o tra le selezioni improvvisate che nulla sanno dei “little blue dogs” dal grande coraggio e dal forte istinto alla conduzione.
Contro ogni logica che vorrebbe “vendere” questi cani come ottimi cani da salotto (spesso in contrapposizione con i border collie, asserendo una loro minore necessità ad esprimersi nel lavoro se paragonati ai border) ci tengo a sottolineare che Aussie need a job (l’australian ha bisogno di lavorare)! Gli aussies sono cani molto intelligenti e con una pronunciata attitudine al lavoro: hanno un forte istinto alla conduzione (soprattutto dei vitelli, con i quali il lavoro è più “fisico” rispetto a quello con le pecore) e alla guardia. Sono versatili e facili da lavorare, rispondendo con stile ed entusiasmo e dimostrando una forte tenacia. Sono riservati (NON timidi) con gli estranei, ma MAI aggressivi né con l’uomo né nei confronti di altri cani, siano essi maschi o femmine. L’Aussie viene anche chiamato “il cane che ride” per la sua particolare capacità espressiva di mostrare i denti a mò di “ghigno” per farsi perdonare o come invito al gioco, atteggiamento che non ha in sé nulla di aggressivo e che non deve essere male interpretato. Pur essendo un cane equilibrato mantiene un certo istinto predatorio legato al lavoro di conduzione che non va inibito, bensì gestito. Il forte istinto predatorio è una caratteristica importante della razza che se indirizzata nella maniera corretta diventa un’ottima risorsa nel lavoro o anche semplicemente un divertente gioco che va regolato ma non estinto (pena l’avere un cane infelice e poco reattivo). E’ un cane con un alto livello di energia che non si presta quindi ad una vita sedentaria. se non impegnato nel lavoro o in una buona attività fisica tende a chiudersi in se stesso e impigrirsi.

 

 
HERDING DOGS
(testo ispirato dall’esperienza personale di lavoro con Border e Aussie e dalla comparazione di diversi articoli presenti in rete)
“Dove c’è istinto c’è la strada da intraprendere!” (Jeanne Joy Hartnagle)

 

In tutti i cani la cui selezione è nata nel e per il lavoro, l’istinto e lo stile  (sinonimi, a mio parere, se parliamo di selezione del cane) dovrebbero essere i primi requisiti per il progresso della razza. Una dote fondamentale del cane che deve lavorare è la sua “addestrabilità” e la sua volontà collaborativa. Si discute spesso dello “stile” nel lavoro ma si conosce poco la differenza di stile tra le varie razze con cui lavoriamo. La stessa differenza che le porta ad essere fisicamente diverse (in quanto la necessità di un tipo di movimento o lavoro diverso varia a seconda dell’animale da condurre, che sia pecora o vitello, e quindi influisce anche su quella che è la costruzione del cane agevolandone alcuni movimenti piuttosto che altri). Il sistema più semplice per parlare di differenze di stile è comparare quello del border collie (cane fortemente specializzato) con quello dei nostri australian (che molte persone considerano erroneamente simili ai border anche stilisticamente).
Lo stile nel lavoro di conduzione è influenzato da numerosi fattori quali l’”occhio”, la camminata (data anche dalla costruzione fisica), la distanza di lavoro, l’abbaio e/o il morso e la potenza/pressione. Cercherò di prendere singolarmente ogni aspetto del lavoro che contribuisce a creare quello che è lo “stile” specifico del border e dell’australian, esaminando di volta in volta le differenze. Per ogni considerazione che si andrà a fare ci tengo a sottolineare che il border è un cane selezionato per il lavoro su gregge, mentre l’Australian è un cane selezionato per il lavoro su mandrie e vitelli (e la differenza tra questi due tipi di animali con cui lavorare è quella che ha portato alle enormi differenze delle razze, sia in termini di stile che di costruzione).
L’occhio
Per “occhio” si intende generalmente una forma di concentrazione che contribuisce al controllo del gruppo di animali su cui si intende lavorare. Il border collie è senza dubbio il possessore per eccellenza di questa qualità (in quanto razza selezionata soprattutto negli ultimi 200 anni proprio per questo). E’  importante, per capire la differenza, considerare che ci sono diversi livelli di “occhio”: poco occhio, medio occhio e forte occhio. In un cane da lavoro un occhio troppo spinto può creare dei problemi in quanto porta il cane ad essere troppo fortemente concentrato epoco incline alla collaborazione. Un cane con forte occhio è molto “statico” e questo è il motivo per cui è preferibile avere un cane con medio o poco occhio. La selezione del border collie ha cercato di mantenere una qualità media dell’occhio, che permette al cane di mantenere un forte contatto con le pecore anche nei movimenti di bilanciamento.Un cane con medio occhio sarà costantemente in contatto con il gregge, il che tendenzialmente gli permetterà di stare più lontano, in modo tale da avere una certa libertà di movimento nel bilanciamento. Gli australian sono generalmente caratterizzati da poco occhio, il che gli consente di guardarsi intorno più facilmente (non essendo fortemente concentrati sul gruppo) e non presuppone una concentrazione costante sulla mandria (nella quale una pressione troppo continua potrebbe creare problemi di gestione e di reattività, a differenze del gregge). Questo permette anche di manifestare una pressione che viene percepita in maniera più efficace (in quanto non continua) nei momenti in cui il cane è costretto a “spingere” in una direzione o a “recuperare” un tentativo di fuga.
Lo stile di camminata
Gli australian appartengono alla categoria di cani che conducono da “in piedi”, cioè in posizione eretta. Tendono a mantenere questa posizione per il tipo di costruzione (sono cani più corti e con spalle meno angolate rispetto al Border), per poter affrontare al meglio eventuali recuperi di vitelli che scattano per scappare (cosa che riuscirebbe più difficile se la conduzione avvenisse in posizione più bassa). Sono cani che tendono a stare molto vicino alla mandria e mettono una tensione costante non attraverso l’occhio, ma attraverso la presenza. Sono anche cani costruiti per poter scattare velocemente e partire in potenza.Hanno la capacità, grazie al fatto di essere corti e più dritti di spalla, di effettuare repentini cambi di direzione in modo da potersi trovare, in caso di necessità, di fronte al vitello in fuga.Il border collie tende ad avere una posizione più bassa sugli anteriori (la famosa tipica camminata del border che spesso è “rasoterra”) che ricorda molto lo stile del predatore. Tende a mantenersi ad una certa distanza dal gregge, vista la pressione che questa posizione esercita sullo stesso. Sono cani più lunghi e più angolati di spalla, costruiti per essere fisicamente il più flessibili possibili. Lavorano molto in allungo, sul bilanciamento e sulle lunghe distanze.
Pressione nella conduzione
La pressione che il cane esercita durante la conduzione varia da soggetto a soggetto e a seconda del tipo di pressione che esercita il cane varia la distanza che questo ha nei confronti del gregge/mandria durante il lavoro. Come spiegato in precedenza, il border collie mantiene una distanza più ampia ed esercita la tipica pressione data dalla postura e dall’occhio per mantenere il gregge unito e guidarlo nei movimenti, mentre l’australian tende a lavorare da vicino per mantenere calma e stabilizzata la mandria (che a differenza delle pecore, se messa troppo sotto pressione, non si unisce ma comincia a separarsi in diverse direzioni. Le pecore tendono, per proteggersi, a mantenersi in gruppo, mentre i vitelli tendono a scappare ognuno in direzioni diverse). E’ facile notare come anche gli aussies (anche se con meno stile) se messi sulle pecore tendano ad abbassarsi e a condurre da più distante: si regolano infatti sul tipo di animale da condurre, e come i border, se messi sui vitelli, bilancino molto meno.
Morso e abbaio
Gli australian hanno una tendenza maggiore a mordere e ad abbaiare rispetto al border collie. Essendo la mandria irritabile e molto più nervosa rispetto alle pecore, queste due qualità utilizzate nel recupero delle eventuali fughe o per spingere in maniera più convincente nelle varie situazioni di stallo non devono però mai essere esagerate. Un abbaiare eccessivo è sintomo di troppo nervosismo, segnale che viene naturalmente colto dalla mandria e che crea non poche difficoltà.Il morso lascia raramente dei segni, è più che altro un “pinzare” per riportare la mandria al rispetto nei confronti del cane e quindi per permettere al cane di eseguire meglio il suo lavoro. Un cane non dovrebbe mai mordere durante la conduzione, ma solo per sedare eventuali tentativi di fuga o per spingere la mandria riluttante dentro i fences. Nel border collie il morso invece è una caratteristica spesso deleteria, in quanto disgrega il gregge creando troppa paura e quindi troppa pressione.
Potenza e pressione
La potenza/pressione che un cane sa esercitare può naturalmente essere valutata solo in sede di lavoro e non va fraintesa con dominanza, facilità al morso, nervosismo e iperattività. Un cane con una forte capacità di pressione è un cane che sa “leggere” la mandria o le pecore e che di volta in volta sa in che modo può esercitare il controllo su di esse. E’ una buona capacità di equilibrio tra spinta e segnali di calma, tra bilanciamento e stazionamento, per tutte e due le razze. Tecnicamente, radunare un gregge e separare un vitello da una mandria presuppone un approccio diverso. Generalmente gli aussies venivano usati per la divisione dei vitelli dalla mandria durante la marchiatura e quindi per un lavoro fortemente specializzato (ancora oggi per la conduzione delle mandrie vengono preferiti i cattle dog ma soprattutto i kelpie, con più spiccate attitudini alla conduzione rispetto all’australian). Dividere un vitello dalla mandria significa in primo luogo staccarlo da gruppo, ma principalmente significa affrontarlo mentre “cutta” (passatemi il termine… dall’inglese “cutting”, vale a dire la disciplina equestre nella quale al cavallo è richiesto lo stesso lavoro che viene richiesto all’aussie, cioè porsi di fronte e tenergli testa durante i vari tentivi di fuga alternati a repentini e scattosissimi cambi di direzione e di posizione). Un australian tipico deve avere grande velocità nei cambi di direzione (generalmente, mentre stanno con gli anteriori ancora voltati in un senso, i posteriori già spingono di potenza nel senso opposto). Un cane selezionato per condurre, spostare, dividere ma soprattutto bilanciare un gregge difficilmente è costruito (fisicamente) in maniera tale da tener fronte ad uno sforzo fisico che richieda scatti in potenza e dei cambi di direzione così repentini (caratteristica tipica degli aussies, invece) e momenti di stasi e di tensione forti (un vitello è pur sempre qualche quintale più grosso del cane…). La costruzione del border gli permette di reggere il lavoro alla lunga distanza e continuo, cosa che riesce meno all’australian. Gli australian con più spiccata attitudine ai vitelli generalmente trovano noioso il gregge, perchè troppo statico e per la naturale tendenza a raggrupparsi. Credo che la costruzione fisica di un cane sia determinante nella capacità di eseguire un lavoro o meno: un cane quadrato riesce sicuramente a gestire meglio un movimento come quello dell’australian, mentre un cane più sul rettangolo lavora sicuramente meglio in allungo. Io ho entrambe le razze (border e aussies) e ho lavorato con entrambe; credo fortemente nelle profonde differenze tra queste due razze e nella forte differenza morfologica (per quanto possano apparire molto più simili di quello che si crede…).
Considerazioni finali
A seguito di tutte queste considerazioni ecco alcuni consigli indirizzati a chi, dopo essersi informato a dovere riguardo alla razza, avesse deciso di aprire le porte ad un cucciolo di aussie. Come per qualsiasi cucciolo, anche per l’australian è importante ricevere un’educazione fin dai primi mesi. Un particolare a cui bisogna prestare attenzione per evitare spiacevoli situazioni quando il cane sarà adulto, visto il suo carattere tendenzialmente diffidente, è la socializzazione (sia durante i primi due mesi, da parte dell’allevatore, che durante tutto il primo anno di vita) con le persone e con gli altri cani e animali in genere. Anche se vivete in mezzo alla campagna è importante che il cane impari a muoversi in città, in mezzo ai bambini e che si relazioni con altri cani di diverso sesso ed età. Dovrete essere sempre particolarmente coerenti con il vostro cucciolo e non picchiarlo né aggredirlo mai verbalmente o fisicamente, se non volete che si chiuda in se stesso. Stimolate il  cucciolo alla reattività proponendovi fisicamente e non staticamente durante il gioco: gli aussies amano essere spinti e giocare usando la bocca, quindi è una buona idea proporrre loro straccetti o salamotti da addentare, fermando il gioco a comando PRIMA che il cane vada in ipereccitazione, per poi subito riproporsi in maniera invitante. Non inibite le iniziative durante il gioco: piuttosto indirizzatele. A differenza di altre razze con attitudine al lavoro, il cucciolo di australian ha bisogno di vivere la propria “infanzia” senza essere messo troppo sotto pressione, soprattutto nel lavoro; è quindi importante proporsi in maniera chiara e non eccedere mai nella durata delle sezioni di lavoro. “Poche cose ma buone” è l’atteggiamento che dobbiamo assumere nell’approccio all’addestramento di un cucciolo di aussie. Contemporaneamente è importante, vista le loro mancanza di flessibilità e la loro testardaggine, proporre stimoli chiave che torneranno utili in seguito durante la fase avanzata dell’addestramento. E’ quindi opportuno stimolarli da subito all’interesse nei confronti della pallina o del cibo, da utilizzare poi come rinforzo, e prestare particolare attenzione allo stimolo della reattività. L’Aussie è un cane eclettico: nell’agility ottiene ottimi risultati grazie alla sua innata capacità di “girare stretto” e al suo particolare movimento che gli consente di cambiare velocemente direzione anche attraverso scatti fulminei sul posto. Ottimo cane da tracce e da ricerca, si dimostra particolarmente portato per l’obedience, disciplina che impegna sia il conduttore che il cane a livello di concentrazione. In Germania e negli States viene impegnato con successo anche nello schutzhund. Per quanto di primo acchito possa sembrare una razza “più facile” rispetto al diffusissimo border collie, sono delle personalissima opinione che non esista una razza “più facile” ma solo un addestratore/proprietario “più cosciente” dei suoi limiti, delle sue necessità e della razza che si adatta meglio a formare quello che nella vita o nel lavoro diventerà un binomio. Seppur meno nevrili dei border, gli aussie restano cani con una forte energia e un carattere molto deciso e un forte impulso predatorio, non  sempre facili da gestire se si manca di esperienza.
LA SALUTE
Un elemento da tenere fortemente in considerazione nella scelta del nuovo cucciolo sono le malattie di razza.Vengono considerate malattie ereditarie legate alla razza la displasia dell’anca e del gomito, le oculopatie ereditarie quali il CEA, il PRA e il coloboma dell’iride: ma la malattia a cui bisogna prestare più attenzione è l’epilessia: solo l’1% risulta realmente affetto allo stato attuale, ma secondo stime attendibili i portatori si aggirano su livelli del 30%. E’ importante, quando andate ad acquistare il vostro cucciolo, che chiediate informazioni relative allo stato di salute dei genitori e che pretendiate che il cucciolo sia stato sottoposto alla visita oculistica dei 55 giorni. 

 

Autore: Marula Furlan

Foto, se non diversamente indicato: Ilaria Braghieri

La foto dell’”occhio” del border è di Daniele Robotti, la foto con i bovini è di Cedar Glen

Foto storiche tratte da: www.lasrocosa.com

 

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